Skip to main content

L’altra pandemia

News nazionali
31 gennaio 2022

 

È tornata l’inflazione e non abbiamo niente d metterci. I prezzi dei prodotti energetici sono su una traiettoria preoccupante. Un barile di petrolio Brent costa circa 90 dollari, il triplo di marzo 2020. Il gas naturale ha seguito una curva ancora più inquietante: il Ttf si aggira intorno ai 90 euro/MWh, un livello mai raggiunto prima. A differenza di quello petrolifero, il mercato del gas ha una natura regionale: ma anche nel mercato asiatico viaggi a livelli simili mentre su quello americano sono elevati ma non anomali. Prezzi così alti hanno un impatto enorme sulle attività produttive. Le ragioni sono molte ma per semplificare su può dire che i rincari dipendono da una domanda superiore alle attese e un’offerta insufficiente. Non è chiaro come la crisi ucraina potrà risolversi e quali saranno le conseguenze sull’Europa. Non si può però sottovalutare che non tutte cause sono esogene all’Europa: nei primi undici mesi del 2021 sono venuti meno 13,8 miliardi di metri cubi di gas a causa delle minori importazioni via nave, 14,6 via tubo e 16,2 per la produzione domestica. Ecco perché diversi paesi stanno attuando piani d’emergenza. Considerate le molteplici cause, difficilmente una risposta può arrivare da scelte in campo monetario o fiscale, al massimo possono agire da palliativo. Occorre stimolare l’aumento dell’offerta e la riduzione della domanda.

Fonte: Il Foglio – Luciano Capone e Carlo Stagnaro (pag. 1)